La Nuova Caledonia non è proprio conosciuta. Solo esperti viaggiatori e appassionati geografi saprebbero bene rappresentarla e localizzarla esattamente sul planisfero. Esercizio molto complicato per la maggior parte dei lettori. Una terra però che merita di essere conosciuta per la sua eccezionale biodiversità. Proprio la biodiversità ne fa una delle destinazioni più ambite dai naturalisti e dai biologi. Questo paradiso tropicale è protetto dall’oceano da un’immensa barriera di corallo.
La Nuova Caledonia possiede la più grande laguna chiusa del mondo. L’isola è classificata quinto Paese del pianeta per la sua ricchezza biologica: oltre 2400 le specie di piante endemiche; relitti preistorici come l’Amborella, una delle più antiche piante con i fiori ancora oggi vivente (fioriva già 120 milioni di anni fa!); oppure le 13 specie di Araucaria, un genere di conifere che dominava la Terra 100 milioni di anni fa e di cui oggi rimangono solo 19 specie in tutto il mondo. Vi sono anche 22 specie endemiche di uccelli e tra queste, il bizzarro uccello chiamato Kagou, tutto grigio con il becco arancio e una grande cresta, diventato uno dei simboli della Nuova Caledonia. Il Kagou e molte altre specie si trovano soprattutto nella parte meridionale dell’arcipelago, nell’isola principale Grande Terre, vera mecca per gli ecoturisti e gli appassionati di natura.
Nuova Caledonia ieri e oggi
Il primo europeo a metterci piede fu il capitano inglese James Cook nel 1774, che la battezzò con il nome con cui è conosciuta ancor oggi. La Nuova Caledonia si trova a quasi 20mila chilometri dall’Italia su un’area grande circa come la Lombardia (23844 kmq) conta meno di 300mila abitanti. Questa piccola comunità, nel 2018, terrà un referendum per l’indipendenza. Oggi è una “collettività francese d’oltremare” situata a est dell’Australia e a ovest delle isole Figi, nell’Oceano Pacifico. I neocaledoni hanno un loro primo ministro, Philippe Germaine, del partito anti-indipendenza, ma il capo dello stato è il presidente della Francia. Con il referendum del prossimo anno si deciderà se mantenere la situazione attuale o se sancire la completa indipendenza della Nuova Caledonia dalla Francia.
Questo arcipelago che fa parte della Melanesia, una delle regioni che compongono l’Oceania, nel corso del Diciannovesimo secolo, fu un territorio conteso tra Regno Unito e Francia, prima di diventare possedimento francese nel 1853. Circa dieci anni dopo cominciò a essere usata come colonia penale e mantenne questa funzione per quattro decenni. Oggi la società neocaledone continua a essere divisa tra kanaki (gli indigeni), le persone di discendenza europea, popolazioni polinesiane e del Sud est asiatico, oltre a piccole comunità di “algerini del Pacifico” (discendenti di uomini e donne deportati dalle autorità francesi nei campi di lavoro nella seconda metà dell’Ottocento).
La Nuova Caledonia ha uno dei più alti redditi medi pro-capite della regione e la sua economia è basata per lo più sull’estrazione di nichel, qui si trova un quarto delle riserve di nichel del mondo. La principale isola dell’arcipelago, Grande Terre, è circondata da una massiccia barriera corallina.
La Nuova Caledonia e la protezione dell’ambiente marino
Dal 2008, una grande parte delle lagune e delle barriere coralline dell’arcipelago è iscritta nel Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Su un totale di più di 23.400 km², non meno di 15.000 km², suddivisi in sei siti, sono oggi Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Nel mare della Nuova Caledonia ci sono siti di nidificazione per le tartarughe marine e zone di riproduzione per dugonghi, megattere, uccelli marini.
Proprio l’enorme biodiversità marina, nel 2014 ha portato il Governo delle isole a istituire il Parco naturale del mare di Corallo: un’area protetta che copre la totalità delle acque circostanti le isole, circa 1,3 milioni di chilometri quadrati! Si tratta di una delle zone marine protette più grandi del mondo, che tutela anche acque profondissime (si arriva fino a 7919 metri), 25 specie di mammiferi marini, 48 di squali, 19 di uccelli marini nidificanti, 5 di tartarughe.
Nouméa, una piccola Francia
La capitale Nouméa è una piccola Francia circondata dall’Oceano Pacifico. La città è votata al design e all’avanguardia, con il fascino delle poche abitazioni rimaste di epoca coloniale. Molte le baie e i punti panoramici incantevoli. I colori che la caratterizzano sono il blu dei mari del Sud e il verde della vegetazione. La città è interessante anche sul piano culturale. Qui si trovano quattro musei tra cui il museo Marittimo, il museo della seconda Guerra Mondiale e il Centro Culturale Tjibaou, progettato da Renzo Piano, che è un invito a scoprire le antiche tradizioni melanesiane dell’etnia Kanak, con cui si sono mescolati europei, polinesiani, asiatici, indonesiani… qui si trovano le più belle collezioni d’arte kanak, con opere monumentali uniche al mondo. Da non perdere la visita all’Acquario della laguna che tra i suoi tesori l’ippocampo pigmeo o i celebri Nautilus.
L’offerta turistica
Gli appassionati di viaggi nella Nuova Caledonia potranno trovare un’offerta turistica molto diversificata: spiagge con sabbia bianca, escursioni tra foreste e montagne, scoperta della biodiversità endemica marina e terrestre, immersioni, golf, kitesurf, surf, windsurf, parapendio, paracadutismo, caccia, pesca, navigazione da diporto e perfino equitazione sportiva o alla cowboy… Quest’angolo di mondo nell’Oceano Pacifico è una terra di culture ancestrali, dove le tradizioni si accompagnano a relazioni sociali e feste. Un piccolo universo a sé!
Informazioni dettagliate per i turisti si trovano sul nuovo sito in italiano dell’Ente del Turismo della Nuova Caledonia.
Quando andare
In questo paradiso il clima è tropicale, qual è il periodo migliore per andarci? Nell’arco dell’anno, complice gli alisei, ci sono due stagioni: una calda e piovosa (da fine dicembre a marzo), una fresca e più secca (da giugno a settembre); a cui si aggiungono due periodi intermedi: aprile-maggio e ottobre-novembre. Il periodo migliore per visitare la Nuova Caledonia è la primavera australe, cioè ottobre e novembre: le temperature sono piacevoli, il soleggiamento buono, le piogge in genere non eccessive, soprattutto nel versante meridionale dell’isola principale e nelle isole minori.
Nel lato sud dell’isola principale le piogge sono accettabili anche ad aprile e maggio, ma ad aprile è ancora possibile che vi sia il passaggio di cicloni o tempeste tropicali. Da giugno a settembre, nell’inverno australe, il tempo può essere ottimo, ma qualche volta può fare un po’ fresco per fare vita da spiaggia, ma si può sempre approfittare per compiere escursioni.
Info anche su: it.france.fr/it/
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