Domenica 22 Dicembre 2024 - Anno XXII

L’antica Grecia in Calabria: tour fra meraviglie millenarie

Calabria grecanica Pentedattilo

On the road sulla costa jonica della provincia reggina si apre un mondo delle meraviglie dal sapore grecanico. Da Locri Epizefiri alla minoranza linguistica del dialetto greco della Bovesìa. Con un piccolo salto nel Medioevo

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Marina di Gioiosa Ionica

Il profumo di gelsomino e l’odore dell’erba umida a bordo strada sono il benvenuto più bello per andare a scoprire la Calabria grecanica. Aeroporto internazionale di Lamezia Terme, Autostrada A2 del Mediterraneo, svincolo di Rosarno e Strada Statale 682 Jonio-Tirreno: ecco il percorso per raggiungere Marina di Gioiosa, ovvero la porta di un litorale tutto da scoprire, forse meno glamour rispetto alla più famosa Costa Viola, ma altrettanto bello nei suoi colori accesi, per il mare calmo e cristallino e le sue montagne: golose pietanze di un menù da gustare senza avidità, nell’attesa di giungere a un dessert dal sapore grecanico. È la Riviera dei Gelsomini.

Calabria grecanica. Arte sulla Limina

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Abitato di Mammola

Il consiglio è quello di affittare un’auto per godere dei paesaggi e dei luoghi da visitare senza l’ansia di rispettare gli orari dei (pochi) mezzi pubblici. Le bellezze naturali in quest’angolo di Calabria grecanica affiorano dopo pochi chilometri percorsi nella strada di grande comunicazione Jonio-Tirreno, a cominciare dal suggestivo monte Limina che abbraccia l’asfalto in una tipica frescura montana e accompagna il transito attraverso un panorama rigoglioso di fitta vegetazione. Posto fra la montagna e il mare c’è Mammola, un paesino di 2.800 abitanti della comunità montana della Limina in cui è bene fare tappa. Raccolto ai piedi di un monte, garantisce un elenco di ottimi ristorantini specializzati nella cucina del pesce stocco.

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MuSaBa, il parco museo laboratorio fondato dall’artista Nik Spatari

Nel periodo autunnale, inoltre, offre agli appassionati la possibilità di fare trekking con escursioni attraverso la raccolta di castagne e funghi locali. Ma il vero gioiello si trova a sud-est del centro abitato ed è il MuSaBa, un parco museo all’aperto situato sul promontorio di Santa Barbara. Al suo interno c’è un laboratorio produttivo e la ‘cappella sistina calabrese’: un dipinto tridimensionale di 240 metri chiamato “Il sogno di Giacobbe”, realizzato dall’artista e fondatore Nik Spatari. All’interno del parco sono presenti le opere di numerosi artisti internazionali e aree scuola e università: un vero e proprio inno alla gioia per pittori, scultori e amanti dell’arte a 13 km dalla costa.

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Calabria grecanica. Gli scavi di Kaulon

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Sito archeologico di Kaulon

Ripresa la marcia, i cartelli stradali indicano Marina di Gioiosa, paese che spalanca le porte della Riviera a chi proviene dall’entroterra della provincia reggina. Il paesino di 7.000 abitanti divide come un bivio la strada che porta alla Magna Grecia ionica. A sinistra si prosegue in direzione Kaulon, sito archeologico ancora troppo poco noto situato nei pressi di Punta Stilo, al confine fra le province di Reggio Calabria e Catanzaro; a destra, a distanza di 13 km, figura Locri Epizefiri, l’antica polis greca che fu la patria del giurista Zaleuco, primo legislatore del mondo occidentale, posta a poco più di 1 km dal moderno centro urbano.

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Museo di Monasterace, mosaico del Drago

A Kaulon è possibile visitare le fondamenta di quello che fu il tempio dorico di età classica, le strutture abitative poste a nord e il museo archeologico, situato nell’odierna Monasterace, che offre l’esposizione di ancore appartenenti ad epoche diverse, costruite con materiali differenti – dal ferro al bronzo – e che rappresentano una delle collezioni più antiche della nostra penisola. Interessante è anche il mosaico del Drago, che copre 25 metri quadrati di pavimentazione ed è il più grande dell’età ellenistica mai rinvenuto nel Sud Italia. Terminato il tour culturale, potrete visitare le cascate di San Nicola, raggiungibili percorrendo una strada sterrata che parte da Caulonia Marina. Il posto è quasi del tutto nascosto dalla vegetazione, e in questo periodo può offrire paesaggi straordinari nel totale relax propiziato dal silenzio della natura. La percorrenza del tratto è consigliabile a piedi oppure in mountain bike, per una piacevole passeggiata in modalità adventure. Ai più temerari consigliamo il bagno nelle fredde acque delle cascate.

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Calabria grecanica. Locri, culla della Magna Grecia

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Locri Epizefiri, scavi archeologici

Se le bellezze selvagge del litorale non vi avranno ancora rapito, allora non resta che salire in auto e dirigersi verso il cuore della Magna Grecia: Locri Epizefiri. Si tratta della cittadina che presta il nome all’intero comprensorio della Locride, di 13.000 abitanti e ordinata nel suo assetto urbanistico da due strade principali, fra cui la vecchia S.S. 106 che diventa parte del corso Vittorio Emanuele. Proprio qui vi consigliamo di gustare una deliziosa granita, prelibatezza locale lavorata nel laboratorio di gelateria dello storico Bar Riviera con metodi tradizionali, accompagnata da una panna superba e da una delle classiche brioche col cappuccio. Vale la pena osservare edifici di fine ‘800 come Palazzo Nieddu del Rio e l’imponente Palazzo di Città, che si affaccia di fronte ad una graziosa villetta comunale. Obbligatoria una capatina sul lungomare, ampio abbastanza per concedersi lunghe passeggiate respirando a pieni polmoni iodio e brezza marina, e frequentato da numerosi corridori che amano concedersi un po’ di sana attività fisica all’aperto.

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Locri Epizefiri. area archeologica, teatro greco-romano

La spiaggia è larga, caratterizzata da sabbia bianca che diventa finissima sul bagnasciuga: fresca delle prime piogge in questo periodo, offre una comoda e romantica seduta per rilassarsi in riva al mare ancora calmo. Come detto, l’area archeologica si trova fuori rispetto al centro abitato, ed è il gioiello dell’intero comprensorio. Fiore all’occhiello è il teatro greco-romano risalente al IV secolo a.C., costruito in pietra arenaria e dotato di un’acustica eccezionale, in cui in età greca venivano rappresentate tragedie e commedie, mentre nel periodo romano erano soprattutto i combattimenti fra gladiatori o fra uomini e animali a fornire la principale attrattiva. L’Antiquarium è invece una miniera di preziosi ritrovamenti fra i quali spiccano le pinakes (tavolette votive di terracotta), ritrovate in oltre cinquemila frammenti presso il santuario dedicato alla Dea Persefone. Il modo migliore per visitare questa traboccante miniera di ritrovamenti è di rivolgersi all’Archeoclub di Locri, che offre assistenza, le informazioni necessarie ed una guida pronta a farvi vivere tutta l’emozione di una passeggiata fra la storia secolare di questo luogo magico e incantevole.

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