Venerdì 27 Dicembre 2024 - Anno XXII

Gossip: a difesa del purcaciùn Hollywoodiano Harvey Weinstein

Weinstein Harvey e Bob Weinstein

Davanti all’Alta Corte di Giustizia rappresentata dei lettori di Mondointasca la difesa d’ufficio del purcaciùn Weinstein, contro i tanti Jaccuse a scoppio ritardato. Condanniamo le malefatte e ci rimettiamo alla clemenza della corte

Weinstein Marylin-premiato-con-il-Golden-Globe
La locandina del film Marylin

Grazie all’editore per aver pubblicato le mie accorate righe “a difesa” (e per chiarezza, non si sa mai, preciso che non è che gli avvocati difensori debbano pensarla come i rei assistiti, devono solo tutelarli legalmente) di quel balòss del Harvey Weinstein. E non stupisca se un magazine di Viaggi & Turismo tratta le vicende di un cinematografaro purcaciùn. Perché, a ben pensarci, si vive ormai tutti ‘globalizzati’ e tra un reportage sul deserto del Gobi e un paio di foto delle faraoniche piramidi ci può stare anche la vicenda di un allupato manager per certo dotato di quell’attributo di cui al titolo della celeberrima opera di Stravinsky (per i non musicofili, “Uccello di Fuoco”…).
Tutto ciò premesso, mi permetto di creare una sorta di Alta Corte di Giustizia rappresentata dai lettori di Mondointasca.org (vabbè, se ben ricordo, nei tribunali yankees il numero dei giurati è 12, ma se il numero della aficiòn lettrice del citato Travels magazine online fosse persino inferiore va bene così) e beninteso presieduta dall’editorpadrone della prestigiosa testata viaggiatoria del web.

Harvey Weinstein mi affido alla clemenza della corte

Weinstein Gang-of-New-York

Dopodiché, in sede di giudizio del citato Harvey Weinstein, PH purcaciùn  Hollywoodiano, non solo mi affido alla clemenza della corte ma invito pure la medesima a meditare sull’importante dettaglio di tanto, e tanti, J’Accuse a scoppio (molto) ritardato. E non senza rinnovare la mia ferma! (ormai, in politica e alla Raitivù, se una disapprovazione non è ferma! non vale più un cacchio dopodiché scatta il tanto usato non si può non…) condanna per le malefatte del Weinstein (epperò chiedendomi pure dove trovava il tempo per tirar su e giù i pantaloni), invito anche il collegio giudicante a meditare se ormai non sarebbe il caso di concedere (robuste) attenuanti generiche ai purcaciùn che ci marciano nel mundillo della celluloide. E a tale proposito il qui presente scriba può narrare una lontanissima (si parla di anni luce fa, così dimostrandosi che, cinematograficamente parlando, oltre a farlo tutti, lo fanno da sempre) vicenda di cui fu (fortunatamente) solo indiretto testimone. E in ‘sto caso la vicenda non va coniugata al femminile parlandosi invece di un aspirante attore (ma è ben noto che quelli dello spettacolo son gente di mondo laddove potrebbe benissimo circolare quel peraltro volgarissimo detto venexiàn per cui il buso xè buso…). Allora … città di provincia… stufatosi del liceo il compagno di scuola decide di andare a Roma per diventare attore … torna a casa e narra agli amici che il regista vattelapesca, (ben noto in quanto “tutto il contrario di Weinstein”, e ci siamo capiti) gli aveva in quattro e quattr’otto affidato una parte….
E fu così che tutta una città (quasi una sorta di Vox Populi) cominciò malignamente a dubitare sulla ”integrità fisica” (e anche qui ci siamo capiti…) del concittadino neoattore…

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