Lunedì 23 Dicembre 2024 - Anno XXII

La Strada delle 52 Gallerie nel massiccio del Pasubio

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Una mostra fotografica, allestita a Palazzo Fogazzaro di Schio, ricorda il sentiero costruito un secolo fa (1917) per schivare l’artiglieria nemica. Un capolavoro ingegneristico realizzato in soli dieci mesi. Un percorso escursionistico tra i più spettacolari della Alpi

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Panorama dal Rifugio Papa (Foto: D. Bragaglia © Mondointasca)

La Strada delle 52 gallerie è uno dei percorsi escursionistici più apprezzati e spettacolari delle Alpi, affrontato ogni stagione da migliaia di appassionati provenienti anche dall’estero, ma quest’anno c’è una ragione di più per scoprirlo. Il sentiero che da Bocchetta Campiglia (1216 metri) sale fino al Rifugio Generale Achille Papa (1928 metri) nel massiccio del Monte Pasubio, Prealpi Vicentine, compie infatti cento anni. E una bella mostra, curata da Claudio Rigon, allestita a Palazzo Fogazzaro di Schio (fino al 24 settembre) illustra con fotografie, oggetti e documenti l’epopea della costruzione di questa arditissima strada militare.
Siamo nell’inverno del 1917, uno dei più rigidi e nevosi del secolo, e al tenente Giuseppe Zappa viene affidato l’incarico di costruire un itinerario che permetta di portare i rifornimenti sulla prima linea, al riparo dall’artiglieria nemica. Con l’offensiva della cosiddetta Strafexpedition del 1916 l’esercito austro-ungarico si era portato a ridosso della pianura vicentina, pronto a dilagare – se ne avesse avuto le forze – verso le città venete.

Sulle creste del Pasubio una piccola città

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Escursione sulla strada delle 52 gallerie (Foto: D. Bragaglia © Mondointasca)

All’inizio del 1917 il fronte è arretrato leggermente, sulle creste del Pasubio, e attorno a quello che è oggi il rifugio Papa nasce una vera e propria piccola città fatta di baracche, tende e caverne dove vivono migliaia di soldati. “El Milanin del Pasube” la chiamava il generale Papa. Ci si arrivava con una strada carrozzabile, ma sotto il tiro dell’artiglieria nemica, tanto che i mezzi motorizzati italiani la percorrevano solo di notte, a fari spenti. Con tutte le difficoltà conseguenti.
Il tenente Zappa ha l’arduo compito di immaginare e realizzare un percorso sul versante meridionale del massiccio che si presenta dirupato, selvaggio e con pareti spesso verticali. Le fotografie in mostra ci fanno rivivere la vita degli uomini della 33.a compagnia minatori a cui venne affidato l’incarico di costruire la strada che venne completata in soli dieci mesi. “Ci sono alcune fotografie come quella intitolata La piattaforma sul vuoto che ritengo fra le più belle della Grande Guerra” spiega Claudio Rigon “perché una sola immagine racconta di abitudini, atteggiamenti, attitudini, forse anche i sentimenti di quei soldati costretti ad operare in un ambiente tanto bello quanto difficile.”

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Le Gallerie, capolavoro ingegneristico

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(Foto: D. Bragaglia © Mondointasca)

Anche l’escursionista più frettoloso, una volta superato l’ingresso monumentale di Bocchetta Campiglia imboccando le prime gallerie (sono tutte nominate, numerate e con l’indicazione della lunghezza) non può rimanere indifferente a questo capolavoro ingegneristico, realizzato con i mezzi dell’epoca e spesso su terreno innevato. E apprezzare quanto i volontari della sezione di Schio del Club Alpino Italiano fanno da anni per mantenere agibile e in sicurezza la strada. “A volte ci si può chiedere quale sia, in tanti che la salgono oggi, la consapevolezza della ricchezza di storia del luogo che stanno percorrendo. E d’altra parte è naturale: che cosa può sapere un giovane di oggi del giovane soldato che cento anni fa la stava costruendo?” commenta Umberto Dalla Costa, presidente del CAI di Schio.
Le gallerie iniziali servono a prendere quota e sono progettate con una struttura elicoidale sviluppata all’interno di torrioni rocciosi. Nel tratto più impervio le gallerie si susseguono, con pochi metri di tracciato esterno fra l’una e l’altra: un vero spettacolo. Da affrontare con calzature adatte e una pila, perché le gallerie più lunghe hanno tratti immersi nella completa oscurità.

Dalla Bella Baita alle porte del Pasubio

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Rifugio Papa (Foto: D. Bragaglia © Mondointasca)

Dalla 10 alla 20ª galleria si attraversa la cosiddetta Bella Laita, il tratto più difficile, più impegnativo a livello costruttivo di tutta la strada, perché ci si avventura in un ambiente selvaggio, inospitale che all’epoca non era nemmeno censito sulle carte topografiche. Poi i Forni Alti, l’arrivo al Passo di Fontana d’Oro e alle Porte del Pasubio da cui si apre la vista sulle creste sommitali del massiccio: nomi evocativi che suggeriscono la bellezza del paesaggio. Man mano che ci si alza il panorama sulla pianura vicentina si fa sempre più ampio, mentre a est appare l’altipiano di Asiago e a ovest il Monte Baldo e i contrafforti della Valle dell’Adige. I tratti superiori della strada sono anche i più aerei e i più esposti, ma i passaggi più delicati sono sempre messi in sicurezza con delle corde fisse.
In circa tre ore, dopo aver superato un dislivello di circa 800 metri, si arriva al rifugio che offre una comoda ospitalità per trascorrere la notte e buoni piatti per ristorare i sempre numerosi escursionisti. In tutto sono 6300 metri da percorrere dei quali 2300 sono in galleria. Meglio avere un minimo di esperienza escursionistica e, se possibile, evitare il sabato e la domenica quando sono in molti ad affrontare questo magnifico itinerario.

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Una foto della mostra: La-Strada delle Gallerie ha 100 anni

La mostra: “La Strada delle gallerie ha 100 anni”. Orari di visita: da mercoledì a domenica ore 10.00 – 19.00; lunedì e martedì chiuso. Informazioni e prenotazioni: tel. 0445 691392

Dove dormire

Rifugio Generale Achille Papa; tel. 0445630233; www.caischio.it

Dove mangiare

Osteria Due Spade, Schio, Via Carducci, 10 ; Tel. 0445 532376. Un locale pieno di storia, frequentato dalla gente del posto per l’aperitivo o qualche buon piatto.

Ristorante Due Mori, Schio, Via Pasubio, 20 ; Tel. 0445 539205. Ottimo il baccalà alla vicentina.

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