Lunedì 23 Dicembre 2024 - Anno XXII

La Bellezza ritrovata

La Bellezza ritrovata Musei-capitolini

Ai Musei Capitolini di Roma fino al 26 novembre è aperta la mostra “ La bellezza ritrovata. Arte negata e riconquistata in mostra”. L’arte negata, mortificata e distrutta da guerre, furti e catastrofi rinasce dalle macerie.

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San Torpé. Museo nazionale San Matteo a Pisa

Le nostre bellezze artistiche sono continuamente sottoposte a furti, vandalismi e danneggiamenti dovuti a eventi naturali disastrosi ma anche alla mano dell’uomo. La mostra La bellezza ritrovata. Arte negata e riconquistata in mostra – promossa da Roma Capitale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata dal Centro Europeo per il Turismo e la Cultura, intende evidenziare l’impegno delle istituzioni a favore dell’arte con l’esposizione di importanti testimonianze artistiche, per moltissimo tempo, negate alla pubblica fruizione.
L’evento vuole anche porre in risalto il quotidiano impegno del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale che opera con dedizione per il recupero di opere d’arte. L’arte negata, mortificata e distrutta da guerre, furti e catastrofi come i terremoti, può tuttavia rinascere dalle macerie come la fenice, grazie alla volontà, l’impegno e la caparbietà dell’uomo nel ricomporre e ricostruire la propria identità attraverso l’arte.

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Sacra famiglia, Ascoli Piceno, chiesa sant’Angelo Magno

L’esposizione La bellezza ritrovata è costituita da tre sezioni: la prima riguarda le opere recuperate a seguito di furti, presenta alcuni dipinti di proprietà del Museo Nazionale San Matteo di Pisa, recuperati dai Carabinieri Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze nel 2014, in Olanda.
Le opere erano state affidate nel 2002 a un restauratore toscano perché intervenisse a sanare il loro precario stato di conservazione. L’olio su tavola fondo oro raffigurante l’Addolorata di Quentin Metsys è transitato, ad esempio, prima presso un antiquario di Lucca e successivamente presso una società del settore svizzera, che lo ha proposto in vendita nell’ambito della mostra mercato di Maastricht per la cifra di ben tre milioni di euro. Alcune delle rimanenti opere recuperate sono state ritrovate ancora nella disponibilità del restauratore indagato, altre presso antiquari e rigattieri della provincia di Lucca. La seconda sezione della mostra La bellezza ritrovata riguarda le opere salvate dalle zone terremotate dell’Italia Centrale, nello specifico delle Marche. Si tratta di capolavori della rete museale dei Musei Sistini del Piceno e di un dipinto della Chiesa di Sant’Angelo Magno di Ascoli custodito nel deposito del Forte Malatesta di Ascoli, provenienti da alcune sedi danneggiate e chiuse a causa del sisma.

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La Bellezza ritrovata Madonna-con-Bambino-Museo-del-Sannio-Benevento
Madonna con Bambino, Museo del Sannio Benevento

La terza sezione riguarda i danni provocati dalle guerre, partendo dall’esempio di quanto accaduto al patrimonio della cattedrale di Benevento, colpita dalle bombe degli alleati nel settembre del 1943. Allora come oggi si provvide a recuperare e mettere in salvo il patrimonio superstite, ma gran parte del materiale fu evidentemente accatastato e dimenticato e, fino al ritrovamento del 1980, erroneamente ritenuto perduto. Subito dopo i bombardamenti furono tratti in salvo i preziosi arredi liturgici e i paramenti sacri, parte del cosiddetto Tesoro del Cardinale Orsini, arcivescovo di Benevento e poi papa col nome di Benedetto XIII. Fino al 1980 era opinione comune che dei due amboni del duomo, gli unici elementi superstiti fossero quelli conservati ed esposti presso il Museo del Sannio a Benevento e il Museo Diocesano a Benevento. Tuttavia, i lavori di scavo archeologico hanno portato alla luce i marmi depositati in uno dei locali adiacenti alla cripta: tutti i leoni che facevano parte dei due pergami e i frammenti delle colonne che li sormontavano, alcuni capitelli ed elementi di sculture e di lastre marmoree che ne costituivano le fiancate nonché la base con figure di mostruose cariatidi del cero pasquale e il fuso spiraliforme della colonna che su essa si impostava.
Info: www.museicapitolini.org

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