Un edificio di forma circolare, si presume il teatro greco dell’antica Akragas, fondata 2600 anni fa, è stato individuato, grazie ad indagini geoelettriche, nella Valle dei templi di Agrigento (Patrimonio tutelato dall’Unesco). Due mesi di tempo per scoprire se quell’inizio di cavea rinvenuto negli scorsi mesi in contrada San Nicola, nel cuore del Parco archeologico di Agrigento è davvero il grande teatro greco-romano dell’antica Akragas. “La campagna di scavi – dice Giuseppe Parello, direttore del Parco dei Templi – è stata finanziata con i fondi del Pon cultura 2014-2020 e l’intervento si esaurirà nell’arco di due mesi”.
L’attesa è tanta e, considerate le aspettative che la scoperta ha creato, i lavori saranno seguiti con molto interesse. Adesso lo scavo ci confermerà o meno se il teatro è nella Valle dei Templi. Il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto ha detto “Se dovesse essere così è dove doveva essere il teatro. Per tanto tempo lo abbiamo inseguito, abbiamo pensato a tanti altri posti ed invece ce lo avevamo sotto gli occhi”. Le ricerche del teatro finora si erano concentrate in luoghi diversi rispetto al sito in cui si scava.
Nel corso dei decenni sono state avanzate varie ipotesi sulla possibilità che il teatro ci fosse davvero, ma i test eseguiti sul terreno non avevano mai dato alcuna indicazione positiva. Del teatro nemmeno l’ombra. Fino allo studio eseguito dal Politecnico di Bari, e dal Parco archeologico Valle dei Templi che, invece, ha fatto aumentare notevolmente le speranze di ritrovamento del sito. Da tempo ci si affida a un assunto: è impossibile che la città definita come “la più bella dei mortali”, l’antica Akragas fosse sprovvista di un teatro. A guidare gli scavi saranno il Parco archeologico e lo staff scientifico dell’Unità operativa guidata da Carmelo Bennardo di cui fanno parte le archeologhe Valentina Cammineri, Maria Concedtta Parello, Maria Serena Rizzo. La direzione scientifica sarà condivisa con il Politecnico di Bari, con l’equipe diretta dall’architetta Monica Livadiotti e dall’archeologa Luigi Caliò, docente all’Università di Catania.