Ancora una scoperta di portata storica ed archeologica in quel di Bressanone, in provincia di Bolzano. Dopo la scoperta di un’antica villa romana, ecco riaffiorare dai vicini scavi di via Lungo Rienza nuovi resti appartenenti a delle terme romane, forse databili al secondo secolo dopo Cristo. “La mansio, ovvero una struttura che fungeva da stazione stradale lungo la via romana, era destinata in primo luogo a soddisfare le esigenze di viaggiatori quali funzionari dell’impero o ufficiali dell’esercito, o ancora per gli incaricati del servizio postale organizzato dall’impero”, spiega Umberto Tecchiati, direttore dei lavori di scavo, effettuati sul campo dal gruppo della Società ricerche archeologiche coordinate e dirette da Gianni Rizzi.
In definitiva oggi si può dire che dell’edificio rimangono le terme, conservate nel sottosuolo, un tratto del lato a monte e l’angolo sud est compreso un tratto del muro sud, nonché un tratto della strada certo collegata ai resti rinvenuti presso la vicina “Villa Dirce” alcuni anni fa. Si presume, quindi, che le terme facevano parte delle strutture di servizio di un edificio di notevoli dimensioni.. Si tratta di un edificio di età romana dotato di un impianto di riscaldamento sottopavimentale, di vasche destinate ai bagni nell’acqua calda e fredda e di ambienti specifici.
A documentarne meglio il valore e l’importanza è Catrin Marzoli, dell’Ufficio beni archeologici. “L’area compresa nell’ex proprietà dell’albergo Senoner-Unterdrittelwirt, è dal 1978 un sito di grande interesse archeologico – spiega Marzoli -. All’epoca il proprietario, onde disporre di adeguate aree di parcheggio sotterraneo e per ampliare il ristorante, ordinò sbancamenti che portarono alla luce importanti strutture archeologiche. A fare la parte del leone tra i reperti in ogni caso sono le monete, sinora oltre 300 quelle rinvenute un poco ovunque, ma soprattutto in relazione al percorso della strada romana”, conclude Catrin Marzoli