Dopo aver doppiamente – non pensando né sperando di trovarla tanto attraente – goduto Tallin (complici una bella passeggiata nella Città Vecchia ma soprattutto la salita sul campanile di San Olaf concedente in premio un’eccellente vista panoramica) mi sono trasferito dalla capitale estone a quella lettone, Riga. E invece di un lento treno ho preferito (scelta giusta in tutti i tre Paesi Baltici) un comodo bus della Lux Express (c’era pure il wifi, roba che in Italia tante compagnie se lo sognano), durata del viaggio quasi 4 ore e mezza, costo 20 euro. Per doverosa info del cortese lettore la sullodata compagnia (luxexpress.eu e nell’orario è menzionata un’altra compagnia, forse, per dirla in gergo aereo, in ‘code sharing’, la simpleexpress.eu) collega Tallin a San Pietroburgo e di lì alla finnica Helsinki (che comunque, via mare, dista da Tallin solo 80 km) o alla russa Mosca e alla bielorussa Minsk. A sud di Tallinn, oltre ad alcune località dell’Estonia e alla citata Riga la Luxexpress raggiunge la lituana Vilnius e di lì Varsavia, estendendo i suoi servizi a varie località polacche nonché a Berlino e Praga. Quanto alle distanze tra le tre capitali dei Paesi Baltici, Riga dista da Tallinn 310 km e da Vilnius 280 (e concludo le info utili al lettore programmante una gita nei Paesi Baltici segnalando che l’euro è unità monetaria comune e durante l’ora legale in Italia il fuso orario è + 1 ora, in Italia mezzodì, colà le 13).
Repubbliche Baltiche dove piccolo è bello
Lungo la strada tra Tallinn e Riga ammiro riposanti (ma non esaltanti) paesaggi georgici (pini e betulle, nei campi coltivati prevalgono l’avena e la segale), in minor misura bucolici (vacche libere nei pascoli) e nell’attraversamento di un paio di cittadine noto una buona qualità della vita (e per carità di patria non procedo a raffronti con realtà di casa nostra, limitandomi a commentare che costì dovettero pure godersi il Socialismo Reale del compagno Breznev). Giunto alla frontiera, si attraversa senza accorgersene, nemmeno uno stop come accade a un casello di un’autostrada. Evidentemente, dopo gli scherzi subiti per gran parte del secolo scorso (salvo un corto ventennio di indipendenza) occupati dalla Russia (zarista o comunista) e dalla Germania (del Kaiser o hitleriana a loro poco importava) nonché vessati da due guerre mondiali, i Paesi Baltici non vedono l’ora di starsene liberi, senza fili spinati e con frontiere quasi simboliche. Ecco pertanto che, mollati poco più di due decenni fa gli ex tovarich sovietici, Estonia, Lettonia e Lituania stanno godendo in grazia di dio una tranquilla e operosa esistenza configurabile nel detto “Piccolo è bello”.
Più o meno alla stessa latitudine di Mosca, e, come già precisato, capitale della Lettonia (quanto a dimensioni la seconda delle tre Repubbliche Baltiche, 64.573 kmq, poco più di 2 milioni di abitanti, in gran prevalenza di origine ugro-finnica, come gli estoni) Riga si affaccia su un grande golfo (omonimo) del mar Baltico, tra due regioni protagoniste nella storia del nord Europa, la Livonia a est e la Curlandia a ovest.
Camminare col naso all’insù a Riga
Anche a Riga esiste una Città Vecchia, come peraltro dovrebbero esistere centri storici in tutte le città, almeno quelle europee, di una certa … età, solo che, laddove guerre e altri casini politici non hanno provveduto alla distruzione, vi hanno pensato amministratori e piani regolatori (almeno per quanto riguarda il Belpaese). E contrariamente a quanto accaduto a Tallinn, a Riga alcune chicche da conoscere (di differente importanza e valore turistico e culturale) sono ubicate fuori dalla Città Vecchia (o ai confini, vedi l’Opera e il monumento alla Libertà). Mi riferisco alla cattedrale ortodossa della Natività, al curioso Berg Bazaar, al ‘creativo’ quartiere Spikeri a due passi dai Mercati Generali (“l’uomo è ciò che mangia”, una visita interessante) e soprattutto, da non perdere, nella zona della Alberta e della Elizabeth Iela, i meravigliosi edifici di quella Art Nouveau che tra fine ‘800 e primi ‘900 fiorì in Europa assumendo differenti nomi (Floreale, Jugendstil, Eclettismo….). Un ensemble di case e palazzi che obbligano a camminare col naso all’insù, ammirati fino a concordare con quanto commenta il dèpliant suggerente il Riga Sightseeing. In questo succinto non meno che utile opuscolo è infatti precisato che se si parla di arte Nouveau, la capitale lettone è premier in Europa quanto a offerta di esempi, in numero e importanza. Un chicca, pertanto, che da una nordica città baltica ti porta col pensiero a Parigi, Nizza e financo ad alcuni eleganti edifici di Bucarest. Una passeggiata nel quartiere di Riga ricco di Art Nouveau: davvero – per un viaggiatore poco informato sulle vicende dell’architettura, ma non ignorante, e comunque attento e curioso – un’inaspettata chicca nel viaggio ai Paesi Baltici (e chi durante il soggiorno a Riga vorrà avere a portata d’occhio quanto descritto, dorma al Elizabete Hotel, al 27 della omonima Isla, elizabetehotel.lv moderno, comodo, pulito e dal costo ‘umano’).
Nella Citta Vecchia la storia di Riga
Meno ricca di Art Nouveau ma generosa quanto a edifici storici più datati, la Città Vecchia contiene la storia di Riga (la più grande delle tre capitali baltiche, 700.000 abitanti, nel 2011 capitale europea della Cultura, dal 1997 Patrimonio dell’Umanità). E datosi che si parla di un porto anseatico, quindi ricchissimo emporio commerciale sul mar Baltico, è garantita una full immersion nella storia che va dal XIII (Riga fu fondata nel 1201 da un vescovo tedesco e per secoli la lingua ufficiale fu quella di Goethe) al XVII secolo (occupazione svedese poi fu la volta degli zar russi, nel 1918 indipendenza della Lettonia e uso della lingua lettone … ma dal 1945 riecco i russi, stavolta sovietici …).
Partendo alla conoscenza di Riga dalla Ratslautkums (niente paura, si tratta solo della piazza del municipio) si comincia alla grande ammirando l’edificio gotico della Corporazione delle Blackheads, le Teste Nere, poco distante la chiesa di San Pietro (salita in ascensore, gran panorama), uno sguardo alle chiese di San Giorgio e San Giovanni, poi, nella parte settentrionale della Città Vecchia, il rosso mattone della Borsa (divenuta museo), il Duomo voluto dal citato vescovo tedesco (da allora tanti gli stili) e verso il Castello (meglio dicasi un grande edificio di pregevole fattura) la cattedrale cattolica di San Giacomo. Foto (ma difficile, la strada è stretta) dei Tre Fratelli, tre edifici medioevali appartenuti a una sola famiglia).
Da Riga, Lettonia, si prosegue in Lituania, ma prima di concludere la gita nelle tre Repubbliche Baltiche nella capitale lituana, Vilnius, faccio un salto sulla costa, nella terra (e mare) della preziosissima ambra.
Leggi le altre puntate:
1. “Racconto di viaggio da Milano verso il Baltico“
2. “Estonia. Storia e tradizioni anseatiche a Tallin”
4. “Lituania: dall’oppressione alla bella gioventù“