Chi sulla carta geografica (e p.f. non la si chiami ‘cartina’, brutto termine ormai di moda) posa l’occhio sull’Estonia, la più piccola delle tre Repubbliche Baltiche, potrebbe pensare a molte analogie con la vicina Russia, oltretutto stante la vicinanza della puskiniana San Pietroburgo ex Leningrado e prima ancora Pietrogrado. In realtà gli Estoni – ancorché i Russi costituiscano, come ovvio, una forte minoranza nelle zone orientali confinanti con l’ex Urss – appartengono (con i Lettoni, ma non i Lituani) al ceppo Ugro-finnico. Inoltre, la capitale Tallinn (Reval, in tedesco, 450.000 abitanti, circa un terzo della popolazione del Paese) fu per secoli un ricco porto della Lega Anseatica, l’alleanza tra città, in prevalenza tedesche (virtuale capitale, Lubecca) che costituì una potenza commerciale operante non solo nel mar Baltico (l’Hansa possedeva un fondaco persino a Londra). E mentre per chi cercasse città d’arte il resto dell’Estonia può non costituire un must, un obbligo visitarlo (gli amanti della Natura devono invece conoscere le due isole maggiori e ricercare una fauna abbastanza rara) un bravo viaggiatore dovrà dedicare alla capitale una visita attenta. Oltretutto, datosi che di norma si compie un viaggio a tutti i tre Paesi Baltici (la superficie totale delle tre repubbliche corrisponde a poco più di metà dell’Italia e comode strade in pianura escludono difficoltà nei trasferimenti) Tallin non può che essere il punto di inizio o finale di un itinerario che va dall’Estonia alla Lituania, attraverso la Lettonia, o viceversa.
Partiamo alla scoperta di Tallin
La visita non risulta così faticosa, non occorrono mezzi di trasporto perché monumenti e altri motivi di interesse della capitale estone sono racchiusi nella medioevale Città Vecchia, dal 1997 Patrimonio dell’Umanità, nel 2011 Capitale europea della Cultura (suggerito pertanto un hotel all’interno delle mura, buono, e al prezzo giusto, il Sant Olav).
Il migliore, utilissimo, punto di partenza per la conoscenza di Tallinn è costituito dalla sommità del campanile della chiesa di San Olaf, un edificio del XV secolo, da solo meritevole di una visita per la sua altezza che per secoli l’ha reso famosa nel mondo. La salita al campanile, costo 2 euro, è un pochino ardua, anzi faticosa, sono 258 gli scalini da superare, e non tutti identici. E giunti all’incredibile ‘belvedere’ (apertura aprile/ottobre) di San Olaf si gode un’eccellente vista panoramica. Dal porto sul mar Baltico spazia alla sottostante Città Vecchia e dalla parte opposta si estende alla collina di Toompea, la Città Alta. Un ensemble cittadino storico in gran parte circondato da grigie mura assai ben conservate e/o restaurate, trapuntate da torri di avvistamento e sentinella con tetto conico rosso mattone che, risaltando sulla pietra, garantisce foto di buon impatto. Parte delle mura è percorribile a pagamento (200 metri, salita dalla torre Hellemann, a tre piani, e chi ama lo shopping si divertirà in un mercatino sottostante). Nella torre Epping, XV secolo, un minimuseo informa sulle vicende storiche di Tallinn e delle fortificazioni che la resero praticamente inespugnabile nei secoli (risale al 1219 la conquista da parte dei Danesi di re Valdemar II, ricordata in un giardino/monumento della Città Alta).
Protestanti e Ortodossi
Le chiese degne di una visita sono parecchie, tenuto presente che – prima dell’ateismo predicato dalla rivoluzione sovietica – in quest’angolo del nord Europa la religione cristiana si suddivise in protestante e ortodossa, e in precedenza non mancarono i cattolici di santa romana chiesa: visitabile, ad esempio, il chiostro del monastero dei Domenicani datato 1246 con un interessante museo. E a proposito di musei è suggerita una visita a quello Marittimo, per l’interessante proposta di dati e reperti della storia della marineria estone e per la costruzione che lo ospita (la torre, con artiglieria, nota come Margherita la Grassa, eretta agli inizi del ‘500 a difesa del porto di Tallinn).
Quanto alle costruzioni civili, partendo dalla centrale eppertanto animata nonché storica piazza del Municipio (1402) il viaggiatore imboccherà varie strade e viuzze che gli permetteranno di percorrere secoli di architettura, dalla medioevale (da non perdere la casa della confraternita delle Teste Nere) agli intriganti stili modernistici di inizio ‘900.
Porta Viru, spartiacque tra antico e moderno
Tra le porte di ingresso non dimenticare (foto d’obbligo) quella di Viru, separante la zona monumentale dalla Tallinn moderna (a pochi passi, superato un bel parco, hotels chic e moderni e financo grattacieli e centri commerciali di Paesi in passato non governati dal Socialismo Reale).
Nella città Alta di Toopea la cattedrale luterana di Santa Maria (Toomkirk) e la chiesta ortodossa di Alexander Nevsky (1900, in uno stile che più zarista non si può) costituiscono l’architettura religiosa, a cui si aggiungono gli edifici della politica (parlamento e residenza del presidente dell’Estonia), un castello voluto nel 1246 dall’Ordine dei Portaspade, eleganti palazzi e case private nonché (importante per il visitatore) un belvedere con vista sulla Città Vecchia inferiore solo a quella che si gode da San Olaf).
Se mai fosse concesso un commento sui tre Paesi Baltici, la conoscenza di Tallinn ha costituito una piacevole (e insperata) sorpresa. Qualche dubbio (va a sapere il perché, forse per la maggior notorietà delle due altre capitali baltiche) era infatti riservato alla capitale estone. E invece (a dimostrazione che per vedere e capire non resta che viaggiare) Tallinn mi è davvero piaciuta. Evviva. (Nelle prossime puntate, Lettonia e Lituania).
Leggi le altre puntate:
1. “Racconto di viaggio da Milano verso il Baltico”
3. “Riga capitale dell’art nouveau”
4. “Lituania: dall’oppressione alla bella gioventù“