Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Il Kenya riparte dal turismo

Kenya Kitesurf

Da oltre 15 anni il Kenya è il paradiso del kitesurf. Il Kenya offre scenari indimenticabili come solo il continente africano può offrire: mare verde smeraldo e foreste rigogliose ricche di fauna selvatica. Mambrui e Watamu, a pochi chilometri da Malindi, gli spot principali per il Kite

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Le spiagge del Kenya ideali per il kitesurf

Il kitesurf come sport acquatico porta con sé il concetto di esotico. Non fosse che è nato in un’isola come le Hawaii, una delle più suggestive dell’oceano Pacifico. A distanza di 20 anni, ora che ha invaso le spiagge di tutto il mondo, comprese quelle italiane, rimane una disciplina che evoca mari tropicali, palme e acque cristalline, scenari da sogno che quasi sempre sono accarezzati anche da venti caldi e sostenuti, linfa vitale per ogni rider.
Tra le prime località esotiche che hanno affascinato i kiter europei, e noi italiani in primis, c’è sicuramente il Kenya. Questo spicchio d’Africa orientale con le sue savane sconfinate, i folti branchi di animali selvatici e il suo popolo fiero delle proprie tradizioni vanta infatti anche una delle coste più belle del mondo, con spiagge mozzafiato, lagune incontaminate e reef incorniciati da una natura selvaggia e rigogliosa. Facile allora trasformare questi luoghi in meta ideale per kite trip a caccia di vento e onde, servizi fotografici per le riviste specializzate e palestre naturali a disposizione di atleti e appassionati.

Dai viaggi di Franco Rosso agli attentati islamici

Kenya, popolazione
Popolazione del Kenya

Per tanto tempo il Kenya dopo essere stato portato alla ribalta all’inizio degli Anni 80 dall’agenzia di viaggi Franco Rosso ha accolto un flusso turistico di italiani pressoché ininterrotto e in molti hanno addirittura deciso di rimanere in questo Paese per vivere e investire. Ancora oggi la comunità italiana ammonta a circa 5.000 persone stabili che gestiscono alberghi, ristoranti, centri diving e organizzano safari.
Purtroppo a partire dal 2011 il Kenya ha dovuto fare i conti con gli attacchi terroristici degli islamisti somali, legati ad Al Qaeda, che hanno causato centinaia di morti e non hanno risparmiato chiese, località turistiche e scuole. Di fatto hanno messo in allerta un Paese, con gravi conseguenze sociali, economiche e naturalmente turistiche. Nonostante le zone più colpite dagli attentati siano state quella attorno alla lunga frontiera con la Somalia, le aree di Mandera, Wajir, Garissa e la stessa capitale Nairobi, il Kenya è stato inserito dal Ministero degli Esteri italiano nell’elenco dei Paesi da cui tenersi lontani.

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Oggi il Kenya ha voglia di rinascita

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Barack Obama in Kenya

Eppure solo da gennaio a luglio 2014 gli italiani che hanno passato le ferie in Kenya sono stati 29mila, segno che il turismo italiano rappresenta ancora lo zoccolo duro del Paese. «Il Kenya è un Paese che trasmette quello che pochi altri posti al mondo trasmettono – spiega Stefania Della Rosa, titolare dell’agenzia di viaggi Altri Mondi – e rimane una delle mete più ambite. Solo questa estate 2015 abbiamo imbarcato per il Kenya circa 500 passeggeri. Quindi i flussi turistici su questo Paese non hanno subito flessioni rispetto al passato». Nonostante l’allerta rimanga alta, negli ultimi mesi ci sono stati segnali importanti che testimoniano la voglia di reagire del Kenya e delle sue istituzioni al terrorismo islamico. Le visite del Presidente degli Stati Uniti Barack Obama e dello stesso premier italiano Matteo Renzi, segnalano una rete di collaborazione internazionale attiva, e l’imminente visita di Papa Francesco prevista il prossimo novembre 2015 racconta di un Paese che ha voglia di recuperare un clima di serenità e pace.
(1. Continua – lunedì 28 settembre la seconda parte del servizio)

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