Roma non finisce di stupire. Roma, quella ancora inesplorata, sotterranea; ancora sconosciuta. Come potrebbe essere altrimenti? Una nuova straordinaria scoperta è venuta alla luce: i resti di una dimora arcaica dell’inizio del VI secolo a. C. sono stati rinvenuti sul colle del Quirinale, tra via Veneto e la stazione Termini, all’interno di Palazzo Canevari, in largo di Santa Susanna. “Questa antica abitazione situata all’interno dell’ex Istituto Geologico di palazzo Canevari” spiega Francesco Prosperetti, soprintendente per l’Area Archeologica di Roma, “si presenta come una delle più importanti scoperte archeologiche avvenute negli ultimi anni e induce a rivedere le nostre conoscenze sullo sviluppo della città tra VI e V secolo a.C.”.
L’importanza della scoperta della residenza arcaica sul Quirinale (coeva al circuito delle mura serviane) è legata al suo stato di conservazione e alla sua posizione, che testimonia l’estensione dell’abitato in un’area di Roma prima ritenuta di esclusivo uso funerario.
La struttura è stata rinvenuta poche settimane fa durante gli scavi di archeologia preventiva della soprintendenza condotti all’interno dell’Istituto Geologico.
“Era destino che questa storica sede riservasse una sorpresa nel suo sottosuolo, ma la serie di rinvenimenti emersi è davvero eccezionale” aggiunge il professor Prosperetti. “I resti di un’importante abitazione risalente al VI secolo sono stati trovati questa estate a pochi metri da quanto rimane di un immenso tempio del V secolo a.C. che era emerso negli anni scorsi”.
Un tesoro che presto potrà essere visitato dai romani e dai turisti.
La Casa dei Re
Quella rinvenuta è una delle case più antiche mai ritrovate nella Capitale, e risale all’epoca di Servio Tullio. L’abitazione, unica nel suo genere se si considerano le caratteristiche dello stile arcaico e lo stato di conservazione, è stata subito ribattezzata “La casa dei re”.
E’ stata poi l’archeologa Mirella Serlorenzi a spiegare i dettagli: “I sondaggi in questo luogo erano iniziati nel 2003. Durante uno di questi era stato rinvenuto un blocco che pensammo essere parte delle mura servelliane, come la testimonianza ancora visibile oggi in largo di Santa Susanna. Poi, però, nel 2011 abbiamo capito che in realtà era parte di un tempio di dimensioni enormi, con almeno 25 metri di larghezza e 40 di lunghezza. Dimensioni che corrispondo alla cella interna del tempio di Giove capitolino sul Campidoglio, che era molto più grande. Quindi possiamo dire che quello trovato qui era uno dei tempi più grandi di Roma, la cui dedicazione e attribuzione, però, non è ancora certa. Sappiamo, però, che al Quirinale erano presenti il tempio di Quirino e il Capitolium vetus”.
Una scoperta che stravolge la mappa di Roma antica
“Poco tempo dopo”, ha raccontato ancora l’archeologa, parlando della “Casa dei re”, “E’ stato rinvenuto a poca distanza anche un edificio della Roma arcaica fino ad oggi assente tra le testimonianze portate alla luce del sole, se non per qualche frammento trovato altrove. Una scoperta eccezionale per il suo stato di conservazione e per la sua posizione. La casa e il tempio erano infatti sul vecchio profilo della collina del Quirinale. La casa è vicina al tempio e possiamo quindi immaginare che chi la abitava fosse connesso al culto del tempio della vicina area sacra, forse un guardiano o il custode. Ma molto importante è anche la conclusione a cui arriviamo dopo questa scoperta, che cambia la mappa di Roma antica per come la conoscevamo: fino a oggi, infatti, pensavamo che al Quirinale ci fosse solo una necropoli. Ora abbiamo capito che la zona era costruita già allora, all’epoca di Servio Tullio”.
La dimora arcaica sul Quirinale presenta una pianta rettangolare, divisa in due ambienti, uno zoccolo di blocchi di tufo, con ingresso, preceduto da un portico che si apre su uno del lati lunghi. Su queste fondamenta erano eretti muri di legno rivestiti con intonaco di argilla, sormontati da un tetto di tegole, come testimoniano ritrovamenti di analoghe dimore in altre zone del Lazio. I materiali rinvenuti indicano una destinazione domestica, mentre la posizione in una zona elevata, le dimensioni, la pianta e la tecnica costruttiva fanno ipotizzare l’appartenenza a una famiglia di rango, interessata alla gestione di un’area già destinata al culto prima dell’impianto del vicino tempio monumentale. Il suo abbandono corrisponde a un nuovo utilizzo dell’area, livellata per avviare una nuova fase costruttiva del tempio.