Kourion (Curium) dello scettro reale
Erodoto racconta che la città di Kourion, affacciata sulla bellissima baia di Episkopi, oltre Limassol, avrebbe preso il nome da Kourieus, uno dei guerrieri colonizzatori del re greco Argives, figlio di Cinyras. Gli scavi eseguiti a Pamboula, località prossima al villaggio di Episkopi, hanno provato l’esistenza di un insediamento acheo datato tra il XIV e l’XI secolo a.C.. I resti di Kourion comprendono: l’edificio con i mosaici di Achille (IV sec.d.C.) la villa dei gladiatori (tardo periodo romano) l’acquedotto e la casa con la fontana (dello stesso periodo) oltre a un complesso di case pubbliche e private che vanno dal periodo ellenistico fino alla seconda metà del VII sec.d.C.; inoltre, la basilica cristiana, il teatro romano e i bagni di Eustolios.
Tutte queste costruzioni vennero realizzate con blocchi di calcare, con colonne di marmo adornate da capitelli in stile corinzio e i pavimenti furono ricoperti da splendidi mosaici.
A poca distanza dall’acropoli, verso ovest, si trovano la basilica cristiana, lo stadio romano e il santuario di Apollo Hylates. In una delle tombe della vasta necropoli di Kourion è stato trovato uno scettro reale fatto di smalto e oro risalente al XII secolo avanti Cristo.
Sotira delle tombe a “bottiglia”
Gli insediamenti di Sotira, località situata circa otto chilometri a nord-ovest di Kourion, rappresentano i villaggi tipici del periodo che va dal 3500 al 300 a.C., definito come secondo stadio culturale e ultima fase del periodo neolitico a Cipro. Cambiamenti nell’architettura domestica, nei riti funebri e nella fabbricazione degli utensili, sono le poche innovazioni avvenute nella cultura di Sotira. Grazie agli interessanti rilievi architettonici effettuati, si è potuto far luce su certi aspetti dello stile di vita del tempo. Gli uomini si occupavano di artigianato manuale, attività agricole e pastorali. Vivevano in case circolari dette tholos e seppellivano i loro morti in fessure rocciose o tombe a forma di bottiglia; qualche volta, assieme al corpo, seppellivano anche doni. Oggetti rinvenuti a Sotira sono oggi visibili nel Cyprus Museum di Nicosia.
Palaepaphos del greco antico
L’antico insediamento sorgeva nel luogo occupato oggi dal moderno villaggio di Kouklia. Palaepaphos nasce dalla leggenda che la vuole fondata dal re cipriota Cinyras. Oltre al famoso tempio dedicato ad Afrodite, gli scavi, iniziati nell’ormai lontano 1888, hanno messo in luce un imponente bastione del periodo classico ed altri reperti databili dal periodo cipriota-arcaico sino alla fine del Medioevo. Il prezioso mosaico romano raffigurante Leda e il Cigno, deliziosa composizione multicolore facente parte della pavimentazione di una camera romana, venne ritrovato in prossimità della stazione di polizia. Il mosaico e altri oggetti preziosi (in oro e avorio) sono esposti nel Museo archeologico di Kouklia.
Nella vicina necropoli di Skales, alla periferia est di Kouklia, da qualche tempo sono iniziati gli scavi che hanno messo in luce diversi oggetti ornamentali, utensili ecc. Uno dei ritrovamenti più interessanti è l’obelisco in bronzo con un’iscrizione in lingua antica: gli studiosi non hanno dubbi nel farla risalire alla più antica forma di greco conosciuta a Cipro, ciò che confermerebbe l’uso scritto della lingua sin dall’XI secolo a.C.
Pafos dei mosaici e delle catacombe
All’epoca dei Tolomei, successori di Alessandro Magno, Pafos era capitale di Cipro e insieme porto fiorente e attivissimo; ruolo conservato anche durante la dominazione romana. Uno dei più suggestivi ritrovamenti archeologici di Pafos è senza dubbio la villa di Dioniso, casa di epoca romana dotata di ben ventidue stanze, alcune delle quali contengono i più straordinari mosaici del Mediterraneo, raffiguranti le vicende di alcuni dei dell’antica Grecia. Altre ville scoperte nei dintorni sono quelle di Teseo e di Orfeo, anch’esse abbellite con mosaici sui pavimenti.
Un altro sito importante di Pafos è quello delle Tombe del Re, un grande cimitero reale ricco di colonne doriche, con catacombe e sepolture misteriose databili attorno al IV secolo a.C. Altri siti interessanti dell’area di Pafos sono le Catacombe di Ayia Solomoni, le meglio conservate dell’isola, totalmente scavate sotto terra. Risalgono al periodo ellenistico e vennero impiegate anche dai primi cristiani dell’isola.
Marion della Fontana Amoroza
L’odierna Polis, affacciata sulla baia nord occidentale di Chrysochou, sorge dove sorgeva un tempo l’antica città di Marion che durante il dominio tolemaico (294-58 a.C.) venne chiamata Arsinoe. Importante città-stato, Marion, oltreché uno dei principali centri commerciali di tutta l’isola, anche durante il periodo classico ed ellenistico.
La ricchezza di Marion era dovuta essenzialmente alle miniere d’oro e di rame. La zona non è stata sinora scavata in modo accurato. Le uniche vestigia ritrovate sono necropoli; non sono state rinvenute abitazioni o altre costruzioni. Per contro, le necropoli hanno restituito numerosi oggetti oggi conservati nel Museo di Nicosia: vasellami, gioielli, figurine di terracotta, monete e oggetti metallici che vanno dal IX sec. a.C. al IV sec. d.C., vale a dire dal periodo Cipriota-Geometrico al tardo periodo romano.
A circa una diecina di chilometri da Polis si trovano i Bagni d’Afrodite, una piscina naturale di modeste dimensioni nella quale, secondo la mitologia, la dea faceva il bagno assieme ai suoi amanti. Un altro luogo ricco di fascino ma completamente privo di monumenti è la Fontana Amoroza, sette chilometri dai Bagni di Afrodite, prossima a capo Akamas. Fonte ricordata anche da Ludovico Ariosto, quella Amoroza, cui veniva riconosciuta la proprietà di fare innamorare chiunque avesse bevuto la sua acqua.
Ed è bello terminare questa gita archeologica a Cipro con due località strettamente collegate all’eterno fascino di Venere.